Carlo Levi nasce a Torino il 29 novembre del 1902 da genitori della media borghesia ebraica. Studia al liceo Alfieri, s’iscrive alla facoltà di medicina dell’Università di Torino, dove si laurea nel 1924. A partire dal 1929 fonda, insieme ai fratelli Rosselli, “Giustizia e Libertà”, un movimento antifascista. Levi è altresì tra i “Sei di Torino” un gruppo di sei artisti formatisi presso la scuola privata di pittura di Felice Casorati (1883-1963), altra sua grande passione. Per il suo attivismo antifascista viene arrestato ed esiliato ad Aliano e Grassano, in Lucania, dal 1935 al 1936. Liberato nel 1939 va in Francia ove rimane fino al 1941. Rientrato in Italia viene nuovamente arrestato. Alla fine della seconda guerra mondiale si reca a Roma, lavora come redattore per “L’Italia Libera”, testata del Partito d’Azione. Ivi muore il 4 gennaio del 1975. È sepolto ad Aliano. La sua produzione letteraria comprende: “Paura della pittura” (1942), “Cristo di è fermato a Eboli” (1945), “Paura della libertà” (1946), “L’orologio” (1950), “Le parole sono pietre” (1955), “Il futuro ha un cuore antico” (Premio Viareggio, 1956), “La doppia notte dei tigli” (1959), “Un volto che ci somiglia. Ritratto dell’Italia” (1959), “Tutto il miele è finito” (1964), “Coraggio dei miti” (postumo, 1975).