Curzio Malaparte, pseudonimo di Kurt Erich Suckert, nasce a Prato il 9 giugno 1898 da madre italiana (la milanese Edda Perelli) e dal tintore sassone Erwin Suckert. A sedici anni si arruola nella legione garibaldina per combattere in Francia, poi quando l’Italia entra in guerra contro l’Austria passa nell’esercito italiano. Aderisce al partito fascista, partecipa alla Marcia su Roma, fonda periodici politico letterari, amministra alcune case editrici, è direttore de “La stampa”, infine si allontana dal fascismo. “Tecnica del colpo di stato”, pubblicato in Francia nel 1931 e in Italia nel 1948, gli vale cinque anni di confino sull’isola di Lipari. Lavora come inviato per il “Corriere della sera”. Dal 1953 in poi redige per il settimanale “Tempo”, la rubrica “Battibecco”. Muore a Roma il 19 luglio 1957. Tra le sue opere di narrativa: “Avventure di un capitano di sventura” (1927), “Fughe in prigione” (1936), “Sangue” (1937), “Kaputt” (1944), “La pelle” (1949), “Racconti italiani” (1957). Scrive anche per il teatro e dirige un film, “Il Cristo proibito” (1950).