Dolores Prato nasce a Roma da una relazione tra Maria Prato e un avvocato calabrese. Viene registrata all’anagrafe il 12 aprile 1892 come «Dolores Olei», nata il 10 aprile di quell’anno da «madre che non consente di essere nominata». Dopo pochi giorni Maria Prato torna sui suoi passi e le dà il proprio cognome. Messa a balia a Sezze, in Ciociaria, la bambina è poi affidata a due zii di Treia, una piccola città del maceratese. Qui vive fino al 1912, istruita prima dagli zii e poi presso l’Educandato Salesiano delle visitandine. Si trasferisce quindi a Roma, e si laurea presso la facoltà di Magistero nel 1918. Nemica del fascismo e decisa a non prendere la tessera del partito, insegna lettere in alcune scuole statali fino al 1927 (a Sansepolcro in Toscana, poi a Macerata e San Ginesio nelle Marche). Dopo un breve periodo d’insegnamento a Milano, presso la Libera Scuola di Cultura e d’Arte di Vincenzo Cento, si stabilisce a Roma. Nei primi anni Trenta prende a occuparsi di una ragazza afflitta da gravi problemi psichici. Finita la guerra collabora con articoli di cultura a diversi quotidiani, tra cui «Paese Sera», e pubblica due libri, “Sangiocondo” (1963) e “Scottature” (1967), entrambi in autoedizione. Nel 1980 esce per Einaudi una versione parziale del romanzo “Giù la piazza non c’è nessuno”. Muore il 13 luglio 1983 in una clinica di Anzio.
Presso Quodlibet sono apparsi “Scottature” (1996), “Giù la piazza non c’è nessuno” (versione integrale a cura di Giorgio Zampa, 2009, 2016; prima edizione Mondadori 1997), “Sogni” (2010) e “Roma, non altro” (2022).
(Biografia tratta dal sito dell’editore Quodlibet)