Eccomi in trasferta, sono a Forio d’Ischia, il mio borgo natìo, la mia Itaca. Barbara, la proprietaria della Libereria, è un folletto con i capelli arruffati e gli occhi pieni di incanto che a un certo punto della sua vita ha deciso di aprire una piccola libreria, la Libereria appunto, dove si trovano libri che non si trovano altrove, editori indipendenti e piccolissimi, gioielli rari e bellissimi. Per aprire la libreria Barbara ha dovuto rompere un po’ di schemi consolidati, tipo lasciare un lavoro sicuro e mettersi in gioco con la cultura che in Italia, e nel sud Italia a maggior ragione, paga pochissimo se non nulla. Per questo Barbara mi piace. Perché gli schemi sono sì importanti, ma a volte diventano gabbie e nel turbinio della quotidianità non si capisce più dove si sta, se in uno schema o in una gabbia. Ascoltarsi è sempre più difficile. Ma il sogno, quando è potente, grida… Quindi com’è andata? È andata che a ottobre ero a Forio e ho proposto a Barbara Fantastoriare. (Anche io ho sogni che gridano e ho capito che per metterli a tacere bisogna ascoltarli).
L’idea le è piaciuta e il 28 e 29 dicembre 2015 ha avuto luogo Fantastoriare in versione foriana. Due mattinate: la prima dedicata ai giochi di parole e la seconda alla creazione di un racconto collettivo.
I ragazzi iscritti, di terza e quarta elementare, nonostante le diverse età, hanno partecipato, ognuno a proprio talento, alle attività proposte. Il risultato è stato, come sempre, esilarante. Perché, se non si fosse ancora capito, Fantastoriare serve solo a liberare la Fantasia e a farci divertire tutti.

Parto quindi con il resoconto del primo giorno, lunedì 28 dicembre 2015.

Arrivo alla Libereria alle 10. Via Marina è una stradina breve che porta al mare. E il mare oggi è grigio grifagno grazioso, lance di sole lo illuminano e lo spengono. Le nuvole giocano con la luce, così come noi oggi giocheremo con le sparizioni delle lettere e con i binomi fantastici.
Alle 10.30 prendiamo possesso della nostra piccola aula, il locale di Pietratorcia, un’enoteca che apre solo la sera. Il nostro scenario fantastico si compone quindi di tavolacci in legno, odore di cibo, bottiglie di vino. Siamo pirati, marinai, ballerine, ostesse, pittori… siamo chi vogliamo essere.
Lo spirito viene subito colto da Andrea che per oggi si farà chiamare Giorg Washinton. Danilo, invece, per oggi sarà Vincenzo.

Siamo una ciurma multicolore. Annamaria è la più piccola, non avrebbe dovuto esserci, “così piccola capirà?” qualcuno domandava a qualcun altro mentre Annamaria annuiva, da sotto i suoi lunghi capelli sconcicati… Annamaria, vuoi far parte della ciurma? Sì.

E sia…

Dopo le dovute presentazioni domando loro cosa si aspettano da questi due giorni. Le risposte quasi unanimi sono: “A scrivere meglio!” Se sapessero, poverini, in che guaio si sono messi!

E no, cari miei, oggi e domani lasceremo libera la Fantasia, non ci saranno brutte copie, non ci saranno voti, daremo spazio all’osservazione del mondo e al primo pensiero. I ripensamenti e le correzioni le lasciamo agli altri. I loro volti sono eloquenti. Vedo smarrimento e confusione. Ottimo, mi sembra un buon inizio.

Allora, descrivetemi la vostra camera. Usate solo cinque parole.
1) Accogliente-grande-disordinata-spaziosa-mia (Sabrina)
2) Piccola-ordinata-unica-morbida-spaziosa (Serena)
3) La mia cameretta è divertente (Ilian)
4) La mia cameretta è bella (Vincenzo e Giorg Washinton)
5) Bella-spaziosa-silenziosa-colorata-disordinata (Annamaria)
6) La mia camera è meravigliosa, disordinata, spaziosa, colorata, rumorosa (Salvatore)
7) Bella-fredda-silenziosa-colorata-piccola (Giuliana)

Commentiamo le frasi e gli elenchi e poi passiamo a comporre un testo – lungo a piacimento – dove non deve comparire mai la lettera “e”. (Lo spunto mi viene da “La scomparsa” di George Perec, romanzo del 1969 in cui non compare mai la lettera “e”).

Ecco alcuni risultati:

1) Un gatto andò su un muro e trovò una foca, la foca mangiava i fiori. I fiori mangiati dalla foca sono coloratissimi, col muso il gatto si avvicinò, provò, gli sono piaciuti. (Giuliana)
2) Ho scritto una storia noiosa, non ci riuscivo, non ci riuscivo proprio mi annoiavo anchio, non mi sono mai annoiato così tanto stavo morindo… (Diego, riporto fedelmente, senza correggere)
3) L’anno scorso ho incontrato un giaguaro, ma quando l’ho visto mi ha subito guardato molto brutto, poi dopo ha parlato, ma io non lo ho ascoltato quindi lui si arrabbiò, poi mi mangiò. (Ilian)
4) Una barca navigava trainata da ‘mila uomini, grossi, tatuati, barbuti, assaltatori di navi, guidata dal sottoscritto Giorg Washinton. L’unico uomo a cui girava la capoccia. La barca trasportava grandi carichi di vino. La barca si schiantò sugli scogli. I carichi di vino affondarono, così gli uomini rimasero a bocca asciutta. (Giorg)

Il tempo scorre veloce ma siamo ancora in tempo per giocare con l’autolimitazione: scrivere un testo in cui le vocali compaiano in ordine alfabetico.
Ognuno elabora per conto suo, ma prima dei saluti, tutti insieme compongono questa frase: “Amore E Idiozia Ostacolano Un’Anima Esasperata Occupata Unicamente A Emozionarsi.”

Ci vediamo domani, ciurma. Mi raccomando fate attenzione al mondo, guardate con occhi nuovi tutto ciò che vi circonda. Vi assegno un compito – un coro di Noooooo riempie l’aula. Pensate a un colore e cercate di memorizzare o di prendere nota di tutto ciò che è di quel colore, da adesso fino a quando andate a dormire. Tirano un sospiro di sollievo, qualcuno dice “ma è facile!”, escono alla spicciolata nella stradina che porta al mare e piano piano scompaiono…

Li rivedrò domani.

T.R.