Fëdor Mikhailovic Dostoevskij nasce a Mosca l’11 novembre 1821, secondo di sette figli. Il padre, di origine lituana, è medico e ha un carattere dispotico; la madre, che trasmette ai figli le sue passioni per la musica e la letteratura, muore nel 1837 a causa della tisi. Di salute cagionevole – soffrirà per tutta la vita di attacchi epilettici – si impegna nella lotta contro la povertà. Frequenta i circoli rivoluzionari: nel 1849 viene arrestato e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo con l’accusa di cospirazione. Viene condannato alla pena di morte mediante fucilazione, ma poco prima dell’esecuzione, giunge l’ordine di Nicola I che commuta la pena in quattro anni di lavori forzati. Fëdor parte per la Siberia. Scontata la pena viene mandato a Semipalatinsk come soldato semplice; dopo la morte dello zar Nicola I diventa ufficiale. Nel 1857 sposa Marija e due anni dopo viene congedato per motivi di salute. Si trasferisce a Pietroburgo; da questo momento si dedica all’attività letteraria. La sua produzione comprende: “Romanzo in nove lettere” (1845), “Povera gente” (1846), “Il sosia” (1846), “Memorie dalla casa dei morti” (1860-1862), “Umiliati e offesi” (1862), “Memorie dal sottosuolo” (1864), “Delitto e castigo” (1866), “Il giocatore (1866), “I demoni (1873), “L’idiota” (1869), “I fratelli Karamazov” (1879). Fëdor Dostoevskij muore il 28 gennaio 1881 a Pietroburgo.