Secondo incontro (22 gennaio 2015)

Eccomi di nuovo presso la scuola elementare Rinnovata Pizzigoni di Milano. L’ultima volta, il 4 dicembre 2014, ci siamo salutati con una promessa: scrivere la storia di “Zero e il pianeta Zerolandia”.
Appena entro in aula un coro di “CIAOOOOO” mi accoglie e l’emozione inizia a impossessarsi delle mie ascelle… Dopo i saluti di rito e gli auguri di buon anno, i ragazzi a turno leggono i loro racconti. Io li ascolto con attenzione e più d’uno, anzi quasi tutti, mi strappano un sorriso.

Sono racconti ben scritti e con incipit d’autore (ne cito solo alcuni):
– Ciao sono Zero, vivo a Zerolandia, ho una fatina di nome Zera e un topo di nome Zenzero. (Sophie)
– Ciao sono Zero, abito a Zerolandia e il mio peggior nemico è Zerino. (Alice)
– C’era una volta in un paese lontano chiamato Zerolandia un Zupereroe di nome Zero. (Gianluca)

Dopo la lettura dei racconti passiamo ai giochi.

“Sapete cos’è un anagramma?”, domando loro.

“Nooooo”.

Meglio così, penso.

“Con l’anagramma si possono formare parole nuove partendo da una parola data”.

Scrivo degli esempi alla lavagna ma poi li lascio fare. I ragazzi impiegano un po’ a carburare ma poi si scatenano.

Pila-Alpi / Novara-Varano / Etna-Nate-Tane-Ante / Lavagna-Valanga / Baro-Roba-Bora / Dino-Nodi-Nido-Doni e così via.

A uno a uno vengono alla lavagna a mostrare i loro anagrammi. Il divertimento è tangibile e l’attenzione è massima. Non ci saranno voti né giudizi di merito. L’idea del corso è quella di lasciare libera la fantasia di creare o distruggere. Non si vuole imporre nessuna regola né insegnare un metodo. Il corso improvvisato (improvvisato perché si adegua al momento creativo) – come detto – mira a liberare la fantasia dei ragazzi attraverso l’annegamento delle regole.

Or dunque, dopo gli anagrammi passiamo al gioco dell’autolimitazione.

Per questo gioco mi sono fatta suggestionare da un’intervista a Georges Perec (autore de “La scomparsa” e “La vita istruzioni per l’uso”). Lo scrittore francese diceva: «Ecco, ora scrivo un testo in cui le vocali appariranno in ordine alfabetico: a, e, i, o, u, a, e, i, o, u ecc.»
E io mi sono detta, perché no?
Dapprima i ragazzi sembrano un po’ incerti. Per stimolarli scrivo qualche esempio alla lavagna:
Antonio Entra In Ospedale Ustionato
Asini Esili Inseguono Orsi Ubriachi

L’effetto è quello di un’onda e alcuni di loro superano le migliori aspettative, guardate qua:
Ale Erboni Insegna Origami Urbani (Gabiel)
Atlantico E Ionio Ondeggiano Uguali (Paolo)

La maestra Elena mi ricorda, prima che io vada via, che la volta scorsa abbiamo anche parlato degli acrostici (componimenti in cui le lettere iniziali di una parola lette dall’alto in basso formano una nuova parola o frase), io non me ne ricordavo in verità, eccitata com’ero dalla storia di Zero e Zerolandia.
Ma guardate cosa è uscito fuori dalla parola SCUOLA.

Spero
Che
Un’
Onda
L’
Affondi

Insomma dopo la lezione torno casa carica di energia.
Ci sarà un altro incontro con i ragazzi della VF? Lo spero.
Attendo il prossimo invito della maestra Elena e ringrazio tutti loro di essere così belli e magici e veri.

T.R.