Giorgio Caproni nasce a Livorno il 7 gennaio 1912 da famiglia modesta. La sua infanzia è fortemente condizionata dalle difficili condizioni economiche in cui la famiglia precipita a seguito del richiamo in guerra del padre e i tumulti che portano all’avvento del Fascismo. Si iscrive alla scuola tecnica, contemporaneamente dedicandosi, incoraggiato dal padre, allo studio del violino. A 13 anni si diploma in composizione all’istituto musicale Giuseppe Verdi. A 18 anni, per aiutare la famiglia, accetta l’incarico di fattorino presso uno studio legale ed è costretto a rinunciare agli studi musicali. La poesia occupa i suoi giorni e la sua mente. Nel 1932 invia i suoi primi versi ad Adriano Grande, direttore della rivista genovese “Circoli”, che li rifiuta. Pochi mesi dopo si unisce al 42° reggimento fanteria di stanza a Sanremo, dove rimane dal settembre 1933 all’agosto 1934. Si prepara agli esami delle magistrali privatamente. A 23 anni prende servizio come maestro elementare a Rovegno un paesino dell’Alta Val Trebbia. Nel marzo 1936 la sua fidanzata Olga Franzoni muore di setticemia poco prima delle nozze. Sprofonda in una grave crisi psicologica.
Nel 1938 come maestro di prima categoria prende servizio nella scuola Giovanni Pascoli a Trastevere. Nella primavera del 1939 venne richiamato alle armi. Tra il 1940 e il 1942 comincia un periodo di spostamenti tra Genova, la Val Trebbia, Roma e varie altre località dell’Italia centro-settentrionale. Nel 1945 torna a Roma, sposa Rina da cui ha due figli. Nel 1982 l’Accademia dei Lincei gli conferisce il Premio Feltrinelli per la Poesia. Muore a Roma il 22 gennaio 1990.
Tra le sue opere: “Frammenti di un diario” (1948-1949), “La scatola nera”, raccolta di saggi (1996), “Amore, com’è ferito il secolo. Poesie e lettere alla moglie” (1983), “Tutte le poesie” (2020).