Giorgio Manganelli nasce a Milano il 15 novembre 1922, secondogenito di Paolino e Amelia Censi. Frequenta il liceo classico Cesare Beccaria di Milano. Partecipa all’allestimento del giornale della scuola, La Giostra, dove pubblica il racconto “Il sogno triste della casa bianca”. Nel 1940 si iscrive alla facoltà di scienze politiche di Pavia. Il suo percorso universitario è brillante nonostante nel febbraio del 1943 venga richiamato e arruolato nel 78° reggimento di fanteria a Bergamo. Un anno dopo entra nella Resistenza, nella sezione clandestina del Partito comunista di Langhirano, nell’Appennino parmense. Passa poi alla sezione di Roccabianca (paese di origine del padre) divenendone vicesegretario. Viene catturato e condannato a morte il 18 marzo 1945. L’ufficiale deputato a fucilarlo si limita a colpirlo violentemente sul capo col mitra, risparmiandogli la vita. Nel 1945 si laurea con 110 e lode: inizia subito la sua instancabile attività di traduttore di testi letterari dall’inglese. Nel 1946 sposa Fausta Chiaruttini. Nel maggio del 1947 nasce la figlia Amelia. Nell’autunno dello stesso anno inizia a collaborare con La Gazzetta di Parma, scrivendo di letteratura inglese e americana. Collabora inoltre con Il Giorno, Il Mondo, L’Espresso, La Stampa, Corriere della sera, Il Messaggero. Nell’autunno del 1949 conosce Alda Merini con la quale intrattiene per alcuni anni una relazione molto tormentata. Morto il padre, Giorgio lascia Milano e il tetto coniugale. Passa un mese a Liverpool. Inizia una collaborazione con il Terzo Programma della RAI. Nel 1957 diventa insegnante di ruolo di inglese nelle scuole superiori. Aderisce al Gruppo 63, è tra i fondatori della rivista Grammatica, condirettore della collana “La ricerca letteraria” di Einaudi. È consulente editoriale per Guanda, Einaudi, Feltrinelli, Garzanti, Mondadori e Adelphi. Nella primavera del 1970 dopo un lungo viaggio in Africa, scopre la sua passione per i viaggi che sfocia in numerosi reportages da vari paesi del mondo. Colpito da una grave forma di mielite, muore a Roma il 28 maggio 1990. La sua produzione, immensa, comprende: “Hilarotragoedia” (1964), “La letteratura come menzogna” (1967), “Agli dèi ulteriori” (1972), “Sconclusione” (1976), “Pinocchio: un libro parallelo” (1977), “Centuria” (1979), “Amore” (1981), “Discorso dell’ombra o dello stemma o del lettore e dello scrittore considerati come dementi” (1982), “Dall’inferno” (1985), “Tutti gli errori” (1986), “Rumori o voci” (1987), “Encomio del tiranno. Scritto all’unico scopo di fare dei soldi” (1990). Postumi, “La palude definitiva” (1991), “Il presepio” (1992) e “La notte” (1996).