Giuseppe Berto nasce a Mogliano Veneto il 27 dicembre del 1914. Qui frequenta il ginnasio presso il collegio Salesiano, terminando gli studi classici al liceo statale di Treviso. Diplomato si arruola nell’esercito, partecipando a diverse campagne in Africa. Contemporaneamente si iscrive alla facoltà di Lettere dell’università di Padova. Si laurea in tempo per arruolarsi all’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto, viene scartato alla leva e ripiega sulla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Viene inviato nuovamente in Africa; poi fatto prigioniero dagli alleati, internato in un campo di prigionia statunitense a Hereford, in Texas. Inizia a scrivere e, al suo rientro in patria, a pubblicare. Lavora come sceneggiatore per la RAI. Muore a Roma l’1 novembre del 1978. La sua produzione letteraria comprende: “Il cielo è rosso” (1946), “Il brigante” (1951), “Le opere di Dio” (1948), “Il male oscuro” (1964), “La fantarca” (1965), “La cosa buffa” (1966), “Anonimo veneziano” (1971, da cui Enrico Maria Salerno trae l’omonimo film), “È forse amore” (racconti 1975), “Intorno alla Calabria” (1977), “La gloria” (1978).