Eccola qui la mia generazione. Che energia, che fortuna. Nutriti negli anni di assestamento post bellico a suon di latte e di zuppa passata dallo stato, poi mantenuti dalla timida, innocente prosperità dei genitori, avevano raggiunto la maggiore età con un lavoro in tasca, nuove prospettive universitarie, buoni libri in edizione economica; l’età d’oro del rock and roll, degli ideali alla portata di tutti. Quando la scala incominciò a cedere, quando lo Stato smise di fare la balia e diventò severo come un’istitutrice, loro si erano già messi al riparo, si erano irrobustiti, per dedicarsi a varie imprese: orientare gusti, opinioni, fortune.

(“Amsterdam” – Ian McEwan)