Mi è capitato un caso sorprendente: di colpo ho dimenticato cosa viene prima, il sette o l’otto. Sono andato dai vicini e ho chiesto cosa ne pensassero. Qual è stata mai la loro e la mia meraviglia, quando si sono resi conto che neppure loro riuscivano a ricordare l’ordine dei numeri: uno, due, tre, quattro, cinque e sei se li ricordavano, ma quello che viene dopo se l’erano dimenticato. Tutti insieme siamo andati al negozio Gastronomia all’angolo tra la Znamenskaja e la Bassejnaja, e ci siamo rivolti con il nostro problema alla cassiera. La cassiera ha sorriso con tristezza, ha tirato fuori dalla bocca un martelletto e, muovendo leggermente il naso, ha detto: «Secondo me, il sette viene dopo l’otto nel caso in cui l’otto venga dopo il sette». Abbiamo ringraziato la cassiera e felici ci siamo precipitati fuori dal negozio. A questo punto, però, riflettendo bene sulle parole della cassiera ci siamo avviliti di nuovo, perché esse ci sono sembrate prive di senso. Che fare? Siamo andati al Giardino d’Estate e là ci siamo messi a contare gli alberi. Ma arrivati al sei ci siamo fermati e ci siamo messi a discutere: secondo alcuni dopo veniva il sette, secondi altri l’otto. Saremmo rimasti lì a discutere per un bel pezzo se per fortuna a un certo punto da una panchina non fosse caduto un bambino, rompendosi tutt’e due le mascelle. Il fatto ci ha distolto dalla nostra discussione. Poi siamo tornati ognuno a casa sua.

(“Casi” – Daniil Charms)