Passai la vita
delegando a segni d’inchiostro
i sentimenti
e le emozioni,
forse per narcisismo
o forse perché
i miei pensieri
sono più lenti del tempo oggettivo
stabilito da noi o da chi per noi.
Adesso vorrei fermare
questo inutile versare di frasi
su vestigia
di organismi centenari,
per lasciare libere le parole
e vederle così
patrimonio di chi sarà in grado
d’offrirmi
un sorriso o uno sputo per risposta,
o trasformarle
in un’inutile brezza
per chi è troppo impegnato
a offrirmi il suo affetto
immerso
in un bicchiere di vino.
Ma il mio vizio
è difficile da eliminare,
così pasteggio a pane
e cipolle
sopra un foglio
rincorrendo nuove emozioni
da imprigionare.

(“Il vizio del poeta” – Silvio Borrelli)