Il giardiniere Michaìl Kàrlovič si volse verso di noi e disse: — Per quanto riguarda me, signori, io accolgo sempre con entusiasmo le sentenze di assoluzione. Io non ho timori per la virtù e per la giustizia, quando dicono: “innocente”, al contrario ne provo piacere. Perfino quando la mia coscienza mi dice che, assolvendo un delinquente, i giurati hanno commesso un errore, anche allora sono esultante. Giudicate voi stessi, signori: se i giudici e i giurati credono più all’uomo che agli indizi, alle prove materiali e alle requisitorie, questa fede nell’uomo non è forse di per se stessa superiore a tutte le considerazioni del mondo?

(“Il racconto del giardiniere capo” – Antòn Pavlovič Čechov)