La natura umana è sensibile all’autoinganno. Quante volte, per realizzare un nostro desiderio, abbiamo bisogno di fraintendere i desideri altrui? E in quanti casi usiamo delle parole pronunciate da un amico, da un genitore, da un amante, per sentirci autorizzati a fare ciò che in quelle parole non era affatto contemplato? Le parole sono ambigue, sfuggenti, risuonano in modo diverso a seconda della materia contro cui cozzano. E poiché – cugine della stregoneria – le parole spesso producono fatti, è importante capire di quali aspettative o malintesi sono gravide al momento di attraversare quel confine fatale.

(“La città dei vivi” – Nicola Lagioia)