C’è il tipo d’uomo che non può tollerare di lasciare una donna, una persona in genere con la quale sia entrato in rapporto geloso, senza sbatterle la porta in faccia. Non credo che sia malvagità. È semplicemente bisogno di fare clamorosamente, totalitariamente quello che in altro modo parrebbe solo approssimativo e non certo. È debolezza. Consiste in attaccarsi ai simboli esterni della separazione (parolacce, schiaffi, gesti, scandali) per mera sfiducia verso la propria intima risoluzione. È paura di essere fatto fesso e vedersi rimettere nella situazione di prima − nel quale caso sarebbero desolatamente irriti, sprecati, tutti gli spasimi che la separazione ha pure causato. Non è malvagità. Ma certo tutte le malvagità nascono di qui, se tutte nascono dall’ambizione frustrata.

(“Il mestiere di vivere” – Cesare Pavese)