Finii per sedere dietro il tavolo di pietra, le braccia incrociate sulla giubba come su di un cuscino, covando il bisogno di nascondermi e rimpicciolirmi entro qualcosa di caldo, una tana, un buio amico e totale… Cercai di allineare le poche parole che avrei dovuto dire al colonnello, a mia madre, pochissime, sarebbero certo bastate… Anche questo faceva dolore: la consapevolezza di non saper dir tutto, e loro due incapaci di spiegarmi, di farmi misericordiosamente capire che cosa avevo fatto e perché…

(“L’ombra delle colline” – Giovanni Arpino)