Troppo spesso la solitudine si faceva attesa
e così la perdevo ma oggi, venerdì santo,
la ritrovo dove sono nato, sul fiume.
Un gomitolo di moscerini
sopra una chiazza d’ombra di pitosforo
danza un disegno di figure aeree
sempre le stesse sempre diverse,
né la mia mano che si alza
né il mio corpo che si insinua
bastano a cacciare quelle vite.
Se lasciano passare la mia forma
fra le loro è perché passa con le loro
e ce ne andiamo via insieme,
da qui franiamo a poco a poco.
E l’unica favola dell’infanzia che sempre
ricordo è quella della bimba che perse
il suo pezzo di sapone lavando i panni
al fiume. Accolta dai folletti piangente
nel mondo sommerso dove si tuffò
ritrovò tutto il mondo,
non si era perduto niente.

(“Un giorno senza sera” – Roberto Pazzi)