C’è un importante categoria di persone di rispetto che merita qui una particolare attenzione: i politici. Per principio erano anche loro rispettabili, ma veniva fatta una distinzione: dovevano essere di destra. Quanto più a destra, tanto più rispettabili; quanto più si spostavano a sinistra, tanto più perdevano rispettabilità. L’unità di misura per le valutazioni politiche erano quei cattivi dei comunisti: quanto più uno era anticomunista, tanto più ci si poteva fidare; quanto più nasceva il sospetto che avesse qualcosa a che fare con il comunismo, tanto più era infido. In casa nostra il quadro politico mondiale era quindi molto chiaro: c’erano i buoni e c’erano i cattivi e la linea di demarcazione fra i due estremi era chiara e inequivocabile. La Svizzera, questo lo sapevo, era “buona” perché qui non c’erano comunisti, o per lo meno erano molto pochi. E anche quei pochi erano lontanissimi da noi, e cioè nel Cantone più lontano dalla mia casa paterna, e precisamente a Ginevra, che si poteva tranquillamente immaginare come una Babele del peccato politico.

(“Marte” – Fritz Zorn)