Roberto Bolaño nasce a Santiago del Cile il 28 aprile 1953. A quindici anni si trasferisce a Città del Messico con i genitori. Qui lavora come giornalista per poi tornare in Cile nel 1972, in tempo per assistere al golpe militare. Viene incarcerato per alcuni giorni. Dopo il colpo di stato di Pinochet, torna nuovamente in Messico dove, insieme a un gruppo di poeti messicani, fonda il movimento letterario “Infrarealismo”. Nel 1977 emigra in Spagna, stabilendosi in Catalogna dove pratica diversi lavori temporanei – vendemmiatore, rappresentante di gioielli, vigilante notturno, commesso in un negozio – prima di potersi dedicare alla letteratura. Muore a Barcellona il 15 luglio 2003. La sua produzione comprende: “Il Terzo Reich” (1989), “La pista di ghiaccio” (1993), “Stella distante” (1996), “La letteratura nazista in America (1996), “Chiamate telefoniche”(1997), “I detective selvaggi” (1998), “Monsieur Pain” (1999), “Amuleto” (1999), “Tre” (poesia 2000), “Notturno cileno” (2000), “Puttane assassine”(2001), “Un romanzetto lumpen” (2002), “Anversa” (2002), “Il gaucho insopportabile” (2003), “Tra parentesi” (postumo 2004), “2666” (postumo 2004), “I dispiaceri del vero poliziotto” (postumo 2011).