Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio, nasce ad Alessandria il 14 agosto del 1876. Presto si stabilisce con la famiglia a Civitanova Marche dove, con matrimonio riparatore, sposa a quindici anni un giovane del luogo. Nel 1901 abbandona marito e figli. Durante la prima guerra mondiale incontra Dino Campana e con con il quale inizia una tormentata relazione. Al termine della seconda guerra mondiale s’iscrive al P.C.I. impegnandosi in campo politico e sociale. Collabora, tra l’altro, con l’“Unità” e “Noi donne”. Muore a Roma il 13 gennaio del 1960. La sua produzione comprende: “Una donna” (1906), “Il passaggio” (1918), “Andando e stando” (1920),  “Momenti” (liriche 1920), “Endimione” (teatro 1923), “Amo, dunque sono” (1927), “Poesie” (1929), “Gioie d’occasione” (1930), “Il frustino” (1932), “Sì alla terra” (poesie 1935), “Orsa minore” (1938), “Dal mio diario” (1945), “Selva d’amore” (poesie 1947), “Il mondo è adolescente” (1949), “Aiutatemi a dire” (poesie 1951), “Luci della mia sera” (poesie 1956).