Ezio Comparoni, in arte Silvio D’Arzo, nasce il 6 febbraio 1920 a Reggio Emilia da Rosalinda Comparoni e padre ignoto. Ezio, dotato di intelligenza vivida, supera l’esame di maturità classica a soli sedici anni. Nel 1937 s’iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Nel 1942 insegna nella Regia scuola tecnica industriale di Reggio Emilia e ottiene la cattedra di lettere e storia al Liceo scientifico “Spallanzani”. Poco dopo viene chiamato al servizio di leva e destinato alla Scuola allievi ufficiali di Avellino. Dopo l’8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi a Barletta e avviato verso un campo di concentramento in Germania. Durante il viaggio riesce a fuggire e a tornare a casa dove rimane in semi clandestinità per il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. In questo periodo inizia il rapporto con l’editore Vallecchi; con la fine della guerra riprende l’insegnamento al Liceo “Spallanzani”. Nel 1952 gli viene diagnosticata una forma di leucemia e il 30 gennaio dello stesso anno, a soli 32 anni, muore. La sua produzione letteraria comprende: “Maschere, racconti di paese e di città” (1935), “Luci e penombre” (poesie, 1935), “All’insegna del Buon Corsiero” (1942), “Casa d’altri” (postumo, 1953), “Nostro lunedì. Racconti, poesie, saggi” (1960), “Essi pensano ad altro” (1976), “Penny Wirton e sua madre” (1978) e “Il pinguino senza frac” (1983).