«Lo sai che cosa vorrei?»
«Che cosa?» io gli domando.
«Un giorno della mia infanzia.»
«Non è difficile averlo.»
«Metterci dentro la testa.»
«Non è difficile» gli dico. «Lo vuoi?»
«Ma con una differenza.»
«Che differenza?»
«Con la cosa tra me e lei.»
«Come?» gli chiedo. «La tua infanzia e questa cosa insieme?»
«La mia infanzia e questa cosa insieme.»
«Ma non è reale.»
«È due volte reale.»
«Tu di allora?» gli dico. «E tu di ora?»
«Io nella mia infanzia» egli mi dice. «E nella mia infanzia anche lei. La cosa nostra in un giorno di allora.»

(“Uomini e no” – Elio Vittorini)