Wisława Szymborska nasce a Bnin, nei pressi di Poznań, il 2 luglio 1923. Nel 1929 la famiglia si trasferisce a Cracovia. Frequenta le elementari e il ginnasio; nel 1936 muore suo padre. Dal 1941 al 1943 lavora come impiegata alle ferrovie per evitare la deportazione. Illustratrice provetta, comincia a scrivere racconti, raramente poesie. Tra il 1945 e il 1947 studia lettere e sociologia all’Università Jagellonica, ma interrompe gli studi sia per motivi ideologici, sia per necessità economica. Diventa segretaria di redazione di “Świetlica Krakowska”, quindicinale dedicato all’istruzione, dove si occupa, tra l’altro, delle illustrazioni per i libri. Nell’aprile del 1949 sposa Adam Włodek. Tre anni dopo esce il suo primo volume di poesie “Per questo viviamo”, grazie al quale viene accolta nell’Associazione degli scrittori polacchi. Entra a far parte del Partito Operaio Unificato Polacco. Diventa direttrice della sezione poesia di “Życie Literackie”, settimanale letterario di Cracovia. Nel 1954 esce il volume “Domande poste a me stessa”. Divorzia, rimanendo tuttavia molto amica dell’ex marito. Nel 1957 esce “Appello allo Yeti” e nel 1962 “Sale”. Wisława, solidale con il filosofo Leszek Kołakowski espulso dal Partito, restituisce, con altri intellettuali la tessera del Partito. Per questo perde il posto di direttrice della sezione poesia allo “Życie Literackie”. Nel 1967 esce il volume “Uno spasso”: si lega sentimentalmente allo scrittore Kornel Filipowicz. Esce “Ogni caso” (1972). A seguire “Grande numero” e “Tarsio” (1976), quest’ultimo in 860 esemplari numerati e illustrati. Nel 1978 firma la dichiarazione costitutiva del TKN (associazione per i corsi scientifici) che si propone di divulgare un sapere sottratto alla censura. Il 13 dicembre 1981 il generale Wojciech Jaruzelski proclama lo stato di guerra in Polonia. Nel 1986 esce il volumetto di poesie “Gente sul ponte” che ottiene il premio ministeriale del Fundusz Literatury, che l’autrice rifiuta. Accetta, invece, il Premio Culturale dell’organizzazione clandestina di Solidarność. Tre anni dopo è tra i fondatori del SPP (Associazione degli scrittori polacchi). Nel 1990 scrive la poesia “Il gatto in un appartamento vuoto” dedicato alla morte di Filipowicz. Due anni dopo esce “La fine e l’inizio”; la racconta antologica “Vista con granello di sabbia” (1996) diventa un best seller. Nel 2000 riceve il Premio Nobel per la Letteratura. “Attimo” (2002) è il primo volume dopo il Nobel. Seguono “Filastrocche per bambini grandi” (2003), “Due punti” (2005), “Qui” (2009). Muore a Cracovia il primo febbraio 2012.